EDITORIALE DEI MESI DI LUGLIO - AGOSTO 2024

Nello stile di vita dell’aspirante spirituale una delle qualità da coltivare è l’Ottimismo, derivante dalla certezza che tutto quello che accade, in ultima analisi, è funzionale ad un maggiore sviluppo finale del Bene; come si dice: il male è bene in divenire.

Tuttavia, anche questo tipo di atteggiamento può essere inteso in molti modi. C’è chi lo interpreta dicendo a se stesso: “Io non devo preoccuparmi di quello che succede attorno a me e nel mondo, tanto tutto finirà bene, perciò preferisco non interessarmene e faccio come se non esistesse; chi di dovere – fisicamente o spiritualmente inteso – ci penserà”. A dire il vero, davanti ad un atteggiamento simile più che di ottimismo si tratterebbe di “struzzismo”, volere cioè nascondere la testa sotto la sabbia per non vedere il pericolo imminente, come sembra faccia lo struzzo. L’ottimismo richiesto non si traduce nel non voler vedere, in un’aspettativa del tutto passiva, bensì, al contrario, nel voler reagire e affrontare, nei propri limiti, le difficoltà, le contrarietà, i pericoli, con spirito di ottimismo, confidando nelle proprie forze e nell’aiuto delle forze celesti che sono sempre pronte a mettersi al fianco di chi opera per il bene. Come recita il vecchio adagio: “Aiutati, che il ciel ti aiuta”.

Ciò vuol dire confidare, con Leibniz, che il mondo sia fondamentalmente buono, perché così l’ha voluto il suo Creatore, e che il male sia uno strumento per accrescere ulteriormente il bene. Ma questo si potrà ottenere solo con il contributo dell’uomo, trasformatosi in uno strumento evolutivo. Quando, al termine di questa vita fisica, passeremo nell’aldilà, sentiremo la domanda che ci verrà rivolta: “Che cosa hai fatto? Hai messo in atto la tua conoscenza spirituale, o, il che è lo stesso, la voce della tua coscienza, e come? Sei stato responsabile?”. Ciascuno di noi ha ricevuto dei talenti, e come nella famosa parabola, saremo premiati solo se li avremo fatti fruttare, e non nascosti, come fa lo struzzo, sotto terra.

L’aspirante spirituale perciò è chiamato a guardarsi attorno, a vedere ciò che si muove verso il bene o verso il male, e ad agire per rinforzare il primo nell’ambiente in cui si trova, secondo le modalità molto bene illustrate nella seguente poesia:

L’umile candela ha il suo compito come il superbo Sole,
e la più umile azione è nobile quando viene fatta degnamente.
Puoi non essere mai chiamato a illuminare oscure regioni lontane;
perciò assolvi bene la tua missione quotidiana brillando come puoi, là dove ti trovi
.