Editoriale di Dicembre 2024 e Gennaio 2025

Pubblicato il 11 gennaio 2025 alle ore 17:38

Quando diciamo che un essere ha “interiorizzato la legge”, vogliamo ribaltare l’idea che l’uomo della strada ha della libertà. Solitamente questa parola viene intesa col significato di “fare quello che si vuole”; il problema è che se non guardiamo alle conseguenze rischiamo di muoverci nella direzione che dà risultati esattamente opposti!

Se quello che “vogliamo” è contrario alle leggi naturali ed evolutive, l’azione che sotto la sua spinta metteremo in atto si ritorcerà su noi stessi, obbligandoci in qualche modo e perciò restringendo l’ampiezza del nostro libero arbitrio. Ma, badiamo bene, non perché “qualcuno” si è offeso ed è permaloso, ma perché quelle leggi hanno come obiettivo il nostro massimo bene. Se raccogliamo problemi dalle nostre azioni, non è perché qualcuno ci castiga, ma perché dobbiamo imparare una lezione. La vita è una scuola di evoluzione. Essere un individuo totalmente “uno con la legge” si riverbera su Gesù anche nella sua stessa vita, che sarà visibile in ogni aspetto della sua esistenza, a partire dalla nascita. Così sono i Salvatori dell’umanità, tutti nati al solstizio d’inverno, ossia nel momento dell’anno in cui l’influsso spirituale sul nostro pianeta è più forte. Nascite miracolose sono tramandate per Krishna, Buddha, Zarathustra, Lao-Tsé, e altri ancora. E così fu per la nascita di Gesù.

Se allora si dice che “è nato dalla Vergine nella notte più santa dell’anno”, si vuole indicare che nella notte fra il 24 e il 25 dicembre il segno della Vergine celeste si trova all’ascendente: il sole del nuovo anno nasce dalla Vergine. Questa legge è valida sia per l’aspetto macrocosmico che per quello microcosmico se riferito ad individualità che con il macrocosmo sono in perfetta armonia. Con questo non dobbiamo intendere che tutti coloro che nascono al solstizio d’inverno siano dei salvatori, perché l’ascendente non è che uno degli aspetti da considerare; ma certamente i Salvatori nascono al solstizio d’inverno.

Resta il fatto valido anche per noi, che quando volessimo avviare o rafforzare un cammino interiore, quando volessimo gettare uno sguardo nelle profondità e nell’oscurità di noi stessi, come quella di una grotta in piena notte, per trovarvi la nostra piccola ma potenzialmente divina scintilla, potremo farlo in modo più efficace se adoreremo il bambino divino in noi la notte del solstizio d’inverno. Sentiremo certamente più forte il canto degli angeli che ci danno il benvenuto come “uomini di buona volontà”! Il sole è più vicino alla terra in questo periodo, e sarà per noi più facile sentirci suoi figli, e provare il suo calore d’amore in attesa di poterci riabbracciare, quel calore che i mistici di tutti i tempi hanno sempre avvertito e al quale hanno sempre, talvolta dolorosamente, aspirato.

 

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