Editoriale di Aprile 2025

Pubblicato il 31 marzo 2025 alle ore 21:29

Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli.
Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci;
un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo,
non si eserciteranno più nell'arte della guerra
. (Is. 2:4)

Questa profezia di Isaia rimanda alla fine dei tempi, quando finalmente l’umanità, per evoluzione, si sarà affrancata dalla dimensione fisica che prevede solo la lotta per la sopravvivenza nella conquista delle risorse necessarie alla vita. Poiché infatti fisicamente le risorse sono finite, diventa necessario accaparrarsele privando di esse qualcun altro. Di conseguenza, la legge non può essere che “mors tua, vita mea”; a questo servono le spade e le lance riportate da Isaia. Dovrebbe essere perciò molto chiaro che la frase, divenuta famosa e molto citata di “forgiare le spade in aratri e le lance in falci”, richiede la comprensione che solo con un riferimento ai piani sottili e spirituali potrà essere realizzata.

Ma la cultura e la società odierne sono ancora troppo lontane da questo obiettivo, e la realizzazione suddetta rimane solo una serie di belle parole, un esercizio di pura retorica, che nei fatti – come l’attualità sta dimostrando in modo tragico – non si riesce a tradurre in realtà.

Coloro che fin qui si sono ammantati di innocuità e di pacifismo, senza tuttavia allontanarsi da una concezione di tipo materiale del mondo e della vita, mostrano ora quanto siano inutili le cosiddette belle parole se dietro ad esse non c’è il fuoco dello spirito a dare loro contenuto e impulso sincero.

Se noi vogliamo, invece, cogliere il suggerimento implicito nella profezia di Isaia, dobbiamo chiederci chi sia quell’“Egli che sarà giudice” con cui inizia il versetto. Quell’“Egli” è il nostro Io Superiore, il nostro Ego spirituale, che reclama di essere ascoltato per porre fine “all’arte della guerra”. È necessario cambiare prospettiva, vedere e comprendere la realtà con gli occhi dello spirito che mostrano, “a chi ha occhi per vedere”, che superiori alle leggi che regolano la vita fisica esistono altre leggi, che prevedono la cura e l’equilibrio di tutte le forme di vita sul pianeta. Come disse Gesù: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?  E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro” (Matteo 6, 26-29).

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.